Come scrivere un incipit vincente per il proprio romanzo?
Un incipit deve creare shock, coinvolgimento emotivo e attenzione immediata: ad esempio descrivendo una scena di violenza, o un evento stravagante. Dobbiamo però stare bene attenti a non farlo sembrare una forzatura ai fini della storia… Possiamo fare immergere immediatamente il lettore nell’atmosfera del racconto – come fa Kerouac nel suo I sotterranei – oppure svelare gradualmente ciò che ci apprestiamo a leggere: è possibile coinvolgere lentamente il lettore all’interno del mondo del racconto senza per questo annoiarlo, anzi, una volta che chi legge sarà entrato nella nostra ambientazione dopo un graduale coinvolgimento, sicuramente non riuscirà più a staccarsi dal libro fino al raggiungimento del finale. Un approccio più immediato crea curiosità, un approccio lento e programmato crea coinvolgimento. Dalla curiosità può scaturire il coinvolgimento, ma non è un processo scontato, quindi dobbiamo decidere che tipo di approccio è più in linea con la storia che stiamo raccontando. Prendiamo l’esempio di un autentica pietra miliare del fantasy, il celebberrimo Signore degli anelli firmato Tolkien:
Quando il signor Bilbo Baggins di Casa Baggins annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbiville si mise in agitazione. Bilbo era estremamente ricco e bizzarro e, da quando sessant’anni prima era sparito di colpo, per ritornare poi inaspettatamente, rappresentava la meraviglia della Contea.
Tolkien spiega cosa significa creare un mondo fantastico dal nulla, dotato di regole magiche e stravaganti. Un altro esempio classico è invece quello offerto dalla Metamorfosi di Franz Kafka. Chi non ricorda la storia di quel mostricciattolo?
Gregorio Samsa, svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo. Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e sollevando un poco il capo vedeva il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta del letto, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà, rispetto alla sua corporatura normale, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinanzi ai suoi occhi.
Un piccolo racconto surreale che inizia con un incipit shockante, rapido ed essenziale ma del tutto in grado di proiettarci nel mondo cupo e onirico di Samsa e della sua famiglia, nonché nel tema centrale del racconto. Questo è lo shock che desta curiosità immediata e che l’abilità di Kafka muta in coinvolgimento in pochissimo tempo.