(ma alcuni sono più uguali degli altri)
Non tutti i personaggi sono uguali. No, non è un’ovvietà… Esistono personaggi più uguali degli altri, o meglio, più anonimi: personaggi non interattivi, che non portano avanti la storia, che non sono veicolo della trama. IN REALTA’ PERSONAGGI DI QUESTA SECONDA NATURA NON SONO PERSONAGGI, ma sono “macchiette”, “caretteri secondari”, strumenti della storia. Sono però importanti e anch’essi, ed è importante saperli pensare e costruire.
Scrivere dei buoni personaggi è sempre fondamentale per la buona riuscita di un’opera, dobbiamo sempre puntare a creare personaggi che siano riconoscibili e memorabili: riconoscibili in quanto il lettore dovrà avere sempre chiaro chi è che parla, cosa sta facendo, come e per quale motivo agisce in un certo modo, e qual è la sua collocazione all’interno degli eventi; al tempo stesso i personaggi dovranno essere memorabili, in quanto capaci di catturare l’attenzione del lettore e far ricordare di sé, preferibilmente anche dopo la fine della lettura. Ovviamente non tutti i personaggi di una storia possono essere memorabili ma è bene che siano riconoscibili.
Un buon punto di partenza nella scrittura di un personaggio è sempre tratteggiarne la biografia. Qual è la catena di eventi che lo ha condotto all’inizio della sua avventura nella nostra storia? Ma soprattutto qual è il suo passato? Dove è cresciuto? Che scelte ha preso nella vita? Quali sono i suoi studi, i suoi parenti, i suoi amici? Ha un lavoro, ne ha mai avuto uno? In quale contesto ha sviluppato il suo carattere? Quali sono stati i suoi fallimenti e i suoi successi? Delineare precisamente tutto questo ci permetterà di costruire personaggi convincenti e, al tempo stesso, ci permetterà di farli muovere in modo coerente con se stessi all’interno della nostra vicenda. Ad esempio, se un personaggio ha sempre vissuto in un contesto suburbano, non ha ricevuto alcuna istruzione decente, è cresciuto con amici dediti alla criminalità spicciola, è poco plausibile che parli in maniera ricercata o che vesta come un esponente dell’alta borghesia, a meno che questo suo manierismo non sia il risultato di precise scelte personali che lo portano a tentare di distaccarsi dalle sue origini: scelta che già tenderebbe a costruire una caratterizzazione forte.
UN PERSONAGGIO INTERESSANTE È SEMPRE LEGATO A UN QUALCHE TIPO DI CONFLITTO: con se stesso, con il mondo che lo circonda, con un altro personaggio. Esso non è mai un’isola, ma deve essere pensato come l’esito e l’iniziatore di relazioni, ci scrive Giulio Mozzi, uno dei più importanti consulenti editoriali presenti in Italia. Per questo il conflitto si configura sempre come l’anima di una storia, e all’interno della macro-storia del nostro racconto, ogni attore ha la propria personale storia e i propri conflitti. L’interesse sorge dalla curiosità di vedere come e se il nostro attore riuscirà a risolvere il proprio conflitto. In base a questo elemento – presumibilmente sempre in itinere nel corso della vicenda – il personaggio farà le sue scelte e opterà per determinate soluzioni a particolari situazioni.
Esistono dei trucchi per rendere riconoscibile e memorabile un personaggio: i marcatori. Un marcatore è un elemento distintivo, un dettaglio, capace di differenziare un dato personaggio dal resto degli altri partecipanti alla vicenda. I marcatori sono tratti specifici, caratteristiche peculiari, capaci di rendere unico un personaggio e dargli degli elementi che inducono immediatamente il lettore a riconoscerlo a ogni sua apparizione.
Ma qual è allora la differenza principale fra un Personaggio e una macchietta?Semplice, il personaggio, a differenza della “macchietta”, è multidimensionale.